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Comunicato n° 685 del 18 novembre 2021

Approvata una mozione sul divieto di macellazione senza stordimento preventivo

Adunanza del 17 e 18 novembre 2021: conclusi i lavori

 

Nella seduta pomeridiana del 18 novembre 2021, il Consiglio Valle ha approvato, con 32 voti a favore, un contrario (Consigliere Padovani) e due astensioni (PCP), una mozione del gruppo Lega Vallée d'Aoste, così come emendata in Aula su proposta dell'Assessore Barmasse, riguardante il divieto di macellazione in cui non sia garantito lo stordimento preventivo dell'animale. Il testo impegna il Governo regionale ad avviare un'interlocuzione con lo Stato (con richiesta formale al Ministro competente, con il coinvolgimento della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e dei Parlamentari valdostani) nella finalità di poter disporre, all'interno del territorio valdostano, il divieto di macellazione nel caso in cui non sia garantito lo stordimento reversibile dell'animale al fine di prevenirne la sofferenza.

«Nella tradizione islamica, la carne halal deve provenire da animali che devono essere coscienti al momento dell’uccisione e devono morire per dissanguamento, provocato recidendo la trachea e l’esofago con una morte orribile, che procura inutili e atroci sofferenze all’animale - ha affermato il Capogruppo Andrea Manfrin -. Tale pratica viene però consentita nel nostro Paese e, soprattutto negli ultimi anni, a causa dei notevoli flussi migratori, sono fiorite anche nella nostra regione le macellerie halal o kosher. È necessario evitare sofferenze agli animali: a sancirlo è anche la sentenza della Corte di Giustizia europea del 17 dicembre 2020 in base alla quale, al fine di promuovere il benessere degli animali nell’ambito della macellazione rituale, gli Stati membri possono, senza violare i diritti fondamentali sanciti dalla Carta, vietare la macellazione kosher e halal se l’uccisione dell’animale non avviene previo stordimento. Si tratta di pratiche di macellazione inaccettabili per la nostra società

L'Assessore alla sanità, Roberto Barmasse, ha spiegato: «Disporre il divieto di macellazione con rito religioso non rientra nelle competenze della Regione. Si tratta di una questione pregiudiziale tra libertà di religione e benessere animale, espressamente garantiti dalla Carta europea dei diritti fondamentali e dal Trattato per il funzionamento dell'Unione europea. Secondo la sentenza della Corte di giustizia europea, l'equilibrio è raggiunto con il cosiddetto stordimento reversibile, che evita sofferenze inutili per animali che devono arrivare intatti alla macellazione e morire per emorragia, secondo i dettami della religione ebraica e musulmana. Attualmente, nella nostra regione la macellazione religiosa non viene praticata, in quanto nessun macello autorizzato ha dato disponibilità ad ospitarla per le difficoltà organizzative che questa comporta

Il Consiglio ha poi respinto, con 32 voti di astensione e 3 a favore (PCP e Consigliere Rollandin) una mozione del gruppo Progetto Civico Progressista riguardante le Unità speciali di continuità assistenziale (USCA).

«Le Unità speciali di continuità assistenziale si sono dimostrate un supporto importante per la medicina territoriale e ospedaliera - ha ravvisato la Capogruppo Erika Guichardaz -; sono state un prezioso strumento per fronteggiare l'epidemia e ancora lo sono, visto l'aumento dei contagi delle ultime settimane e considerato che la maggior parte dei nuovi positivi non viene ricoverata in ospedale. È fondamentale sia per l'attività a domicilio di contrasto al Covid sia per far fronte alle influenze stagionali specialmente dei soggetti fragili. Gli atout delle USCA sono l'uso della telemedicina per il monitoraggio a distanza, il teleconsulto, il lavoro in équipe con infermiere e il supporto ai responsabili della presa in carico del paziente (medici di medicina generale), ma potremmo anche andare oltre e quindi vederli impegnati nella gestione degli ospedali di comunità, nei programmi di prevenzione territoriale (vaccini nelle micro, a domicilio, gestione dei fragili nelle ondate di calore) o in interventi mirati nelle scuole. Per questo, la mozione è volta a esplicitare chiaramente l'importanza di prorogare questo servizio (come emerge nella bozza del decreto ministeriali 71, nell'art 102 della bozza del Ddl di Bilancio 2022 e in molti Consigli regionali) e sostenere convintamente la richiesta di proseguire questa esperienza a livello regionale: non prorogandone l'attività, si sprecherebbe l'occasione per trasformare il progetto in un innovativo servizio territoriale che servirebbe anche al post Covid. Questa pandemia ci ha insegnato che la casa può essere il primo luogo di presa in carico dei pazienti e anche il più economico. Con questa mozione chiediamo di progettare a livello regionale - senza aspettare le decisioni a livello centrale, in linea con l’autonomia sanitaria della Valle d'Aosta - una strutturazione stabile di integrazione ospedale-territorio capace di raggiungere le persone a casa loro, assistendole con continuità e competenza in maniera innovativa ed efficace. Le USCA potevano già essere molto utili per la somministrazione delle terze dosi senza dover essere ancora una volta gli ultimi.»

L'Assessore alla sanità, Roberto Barmasse, ha confermato l'intenzione «di mantenere l'attività delle USCA e rafforzare il loro operato. Esiste una specifica norma regionale per rendere stabili e istituzionalizzare le USCA, inserita all'interno della legge regionale n. 8/2020 (assestamento di bilancio e ulteriori misure urgenti per contrastare gli effetti dell’emergenza Covid). Al termine dello stato di emergenza sanitaria, le USCA potranno quindi continuare a operare stabilmente nell'ambito dell'USL, occupandosi dell'assistenza sanitaria domiciliare dei pazienti per dare risposte tempestive. Ricordo che la manovra di bilancio statale prevede la proroga delle USCA fino al 30 giugno 2022

Con 21 astensioni e 13 voti a favore, è stata respinta la mozione riguardante la previsione di un percorso terapeutico e sociale volto a soddisfare le necessità di cura dei pazienti affetti da pseudo ostruzione intestinale cronica (CIPO).

«Stiamo parlando di una malattia rara - ha specificato il Capogruppo Andrea Manfrin - che si sviluppa soprattutto nei bambini e può essere presente alla nascita. La CIPO, malattia grave spesso non riconosciuta, è caratterizzata da complicanze di tipo invalidante che si protraggono nel tempo e che possono mettere a rischio la vita del paziente. È una patologia che non è nemmeno ricompresa nelle tabelle per il riconoscimento della legge 104/1992. Chi è affetto dalla malattia ma può ancora lavorare si ritrova a utilizzare le ferie per effettuare tutte le visite cui deve sottoporsi. Spesso non è possibile ottenere l'accompagnamento o l'assegno di invalidità per condurre una vita dignitosa. Vogliamo impegnare la Giunta regionale da una parte, a valutare, per i pazienti affetti da CIPO, il diritto di usufruire di un percorso terapeutico e sociale senza costi a loro carico; dall'altra, ad attivare la Giunta, in sede di Conferenza Stato-Regioni, per raggiungere un sistema omologo nelle diverse Regioni, con una procedura di riconoscimento semplificata e inquadramento univoco

L'Assessore alla sanità, Roberto Barmasse, condividendo che la patologia «può rappresentare una condizione di particolare difficoltà, con limitazioni importanti che si ripercuotono sulla quotidianità», ha motivato l'astensione della maggioranza: «Questa patologia rara comporta l'esenzione dalla compartecipazione alla spesa sanitaria per tutte le prestazioni appropriate per il trattamento e il monitoraggio della patologia. Ad oggi ai pazienti è garantito un percorso terapeutico personalizzato. Va detto che in Valle d'Aosta i casi diagnosticati in adulti sono 2 in 33 anni. Il tavolo interregionale per le malattie rare permette il continuo scambio di buone prassi ed esperienze. Le occasioni di confronto e di collaborazione, anche con altri organismi nazionali, non mancano e ci sarà modo per riportare l'attenzione sul tema e per condividere con gli altri interlocutori l'importanza di garantire in modo omogeneo i livelli essenziali di assistenza. Le istanze economiche e sociali contenute nella mozione non possono essere accolte, in quanto prescindono dalla patologia, che peraltro già rappresenta un LEA in quanto malattia rara

In chiusura dei lavori, il Consiglio ha anche discusso una risoluzione, a firma congiunta dei gruppi Lega Vallée d'Aoste, Pour l'Autonomie, e del Consigliere Baccega (Misto), riguardante il mantenimento del servizio di asilo nido interaziendale Bibolo di Pollein. A fronte dell'impegno del Governo di affrontare l'argomento in senso generale - quello della carenza dei posti negli asili nido - nella legge di stabilità, l'iniziativa è stata ritirata dai proponenti.

Il Consiglio si riunirà nuovamente mercoledì 1° e giovedì 2 dicembre 2021.

 

SC-MM