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ADU VDA - Ambiente Diritti Uguaglianza Valle d'Aosta

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31 maggio 2019

Consigliera Pulz: il bilancio del Casinò fa acqua da tutte la parti

 

«Perché chiedere l'approvazione del bilancio della Casinò de la Vallée quando è chiaro che quel bilancio fa acqua da tutte le parti?» È quanto si chiede la Consigliera del gruppo ADU-VdA Daria Pulz a fronte della presa di posizione della Lega VdA sulla Casa da gioco di Saint-Vincent, e prosegue: «Votare a favore di chi propone soluzioni semplicistiche può essere molto pericoloso per tutti. E con la Lega di Salvini in Valle d'Aosta il rischio è altissimo, non solo per le imprescindibili questioni etiche. Sul Casinò ci avevano promesso “niente più soldi pubblici”. Ma era un giochino da bari. E ora che rischia di venir fuori, i leghisti iniziano ad agitarsi.»

Il Commissario giudiziale lo ha detto chiaramente: per approvare il bilancio bisogna chiarire degli aspetti; uno dei più spinosi riguarda il debito di oltre 48 milioni che il Casinò vanta verso Finaosta.

«L’amministratore di fiducia dei leghisti (Rolando) - dice la Consigliera Pulz - lo ha considerato “postergato”, cioè tra quelli che non saranno soddisfatti nell’ambito della procedura. Ma il Commissario ha sollecitato la Regione a dire, prima di approvare il bilancio, se rinuncia definitivamente alla restituzione del debito, ritenendo questa dichiarazione rilevante per la procedura di concordato (tradotto: Rolando è stato ambiguo, bisogna che si dica, prima e non dopo l'omologa, che quei soldi la Regione non li vedrà più).»

«Fatta chiarezza - aggiunge la Consigliera di ADU-VdA -, il bilancio del Casinò e la procedura concordataria ci guadagnerebbero. Tutto andrebbe via liscio. E per forza! In sostanza il Casinò si salverebbe perché quello che prima era un prestito diventerebbe, magicamente, un regalo.»

«La morale della storia è evidente. I leghisti, per non dare 6 milioni di euro al Casinò ("mai più soldi pubblici"), si sono inventati una procedura che rischia di dargliene molti di più: 48 milioni, cui vanno aggiunte le spese per le consulenze, che da sole si avvicinano ai 6 milioni.»

Per la Consigliera Pulz, «l'alternativa è il fallimento. Ma allora non era più onesto dirlo subito? E che serietà c'è nel voler accelerare tutto, senza fare chiarezza come richiesto dal Commissario? Nessuna serietà, appunto, solo l'intenzione di rimanere nell'ambiguità affinché non salti fuori la verità, e cioè che la bacchetta magica era rotta.»

«Prendere in giro le persone può servire a prendere voti, ma non a risolvere i problemi - conclude -. Spiace dirlo a chi si è illuso che al disastro dei governi autonomisti si possa rimediare dando la fiducia a questi sovranisti esaltati.»