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ADU VDA - Ambiente Diritti Uguaglianza Valle d'Aosta

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24 maggio 2019

Solo ADU-VdA non confonde la legge con la Giustizia

«Una società progressista, rispettosa della persona, dovrebbe applicare il principio della responsabilità personale e tendere all’integrazione, anche attraverso la non esclusione di chi sbaglia. Nel corso dell’ultimo Consiglio regionale, si è avuta purtroppo la dimostrazione di quanto il virus leghista abbia contaminato la Valle d’Aosta.» Così commenta la Consigliera di ADU-VdA Daria Pulz il suo voto di astensione sulla mozione proposta dalla Lega VdA che mira a privare della casa popolare chi utilizza l’abitazione per attività penalmente rilevanti o comunque assume comportamenti socialmente pericolosi, approvata il 22 maggio 2019 dall'Assemblea regionale.

«L’aspetto più grave della vicenda - aggiunge Daria Pulz - è che, per il comportamento di un componente del nucleo familiare, si butterebbero in strada anche i familiari, creando nuovi casi sociali e situazioni di potenziale degrado e allarme sociale. Anche chi venisse condannato, se privato del domicilio rischierebbe di non poter usufruire delle misure alternative al carcere.»

«Il provvedimento è odioso, probabilmente illegittimo - molte legislazioni regionali non prevedono infatti tale misura - e come molte delle “grida” leghiste inutile, se non per il rafforzamento del proprio messaggio politico di odio e di esclusione del più debole.»

La casa è uno strumento di integrazione, non un premio, né tanto meno può essere oggetto di una punizione collettiva: solo ADU-VdA ha sostenuto questa posizione, coerente con i principi costituzionali di reinserimento del condannato e di riconoscimento del diritto all’abitazione; le altre forze politiche sono andate al traino della Lega che, anche dall’opposizione, pare mantenere il controllo politico, e quindi la responsabilità, delle sciagurate scelte del Consiglio Valle.

«Tra i collaborazionisti - timorosi di assumere scelte impopolari rispetto all’attuale deriva populista - ci dispiace ritrovare anche i Consiglieri Minelli e Bertin - conclude la Consigliera Pulz -. Con questa vicenda abbiamo nuovamente dimostrato che essere di Sinistra non è questione di etichette, ma di coerenza in merito al rispetto dei valori, anche costituzionali, di uguaglianza e giustizia.»