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ADU VDA - Ambiente Diritti Uguaglianza Valle d'Aosta

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20 maggio 2019

Rappresentanza democratica di genere: c'è bisogno di maggiore coraggio

 

La Consigliera di Ambiente Diritti Uguaglianza-Valle d’Aosta Daria Pulz si compiace con la prima Commissione consiliare per aver accolto la proposta di audizione della docente di diritto pubblico comparato Mia Caielli, in diretta Skype dal Dipartimento di giurisprudenza dell’Università degli studi di Torino. Era infatti necessario, in occasione del dibattito in corso sulla nuova legge elettorale per i comuni valdostani, interpellare un esperto sulla equilibrata rappresentanza democratica delle donne e degli uomini, a distanza di pochi mesi dall’approvazione della legge elettorale regionale che attesta al 35% la presenza del sesso sottorappresentato in lista.

La lezione di altissimo livello, offerta al Consiglio regionale dalla professoressa Mia Caielli, ha messo in luce che la Valle d’Aosta è stata antesignana in Italia per la presenza femminile negli enti locali, che sono i più vicini alla cittadinanza.

Quanto al Consiglio regionale, con la sentenza n. 49 del 2003, la Corte costituzionale aveva riconosciuto la legittimità della previsione di una percentuale minima del genere meno rappresentato in lista. Ma precisava anche che si trattava di un vincolo non in grado di incidere in modo significativo sulla realizzazione dell’obiettivo di un effettivo riequilibrio della composizione della rappresentanza di genere, limitandosi alla "misura minima di una non discriminazione, ai fini della candidatura, a sfavore dei cittadini di uno dei due sessi". 

D’altra parte, lo stesso legislatore regionale si è reso conso dell’insufficienza della misura, elevando la percentuale, originariamente del 20%, prima al 30% e da ultimo al 35%.

Troppo poco, ancora.

Il costituzionalismo anglosassone indica il 40% quale soglia idonea che può portare a un cambiamento dei modi di concepire e fare politica grazie alla presenza femminile.

Inoltre, occorre considerare che negli ultimi anni molti passi in avanti sono stati fatti anche dal legislatore statale, con l’introduzione della doppia preferenza di genere.

«L’analisi della situazione locale non ci permette di ritenerci ancora soddisfatti - dichiara la Consigliera di ADU-VdA Daria Pulz -. Riteniamo che non ci si possa limitare a difendere le piccole, anche se significative, conquiste del passato. Non possiamo sottovalutare il bivio di fronte al quale ci troveremo a breve in Consiglio regionale perché saremo chiamati a difendere con grande responsabilità le conquiste ottenute per la giusta rappresentanza di genere in Valle d’Aosta o, in alternativa, si avvallerà la possibile regressione dei diritti delle donne, pericolosamente in atto a livello nazionale e non solo. La preoccupazione è ancora più grande quando la mancanza di consapevolezza caratterizza anche parte del mondo femminile, che definisce l’introduzione dei necessari meccanismi volti a mantenere e aumentare la nostra presenza in politica come atti che sminuirebbero il rispetto stesso della donna che, se brava e competente, sfonderebbe comunque, mentre la presenza di tanti uomini mediocri in politica non sembra disturbarle.»

«Noi - prosegue Daria Pulz - sosterremo con forza per i Consigli comunali, dove ci sono stati pericolosi segnali di passi indietro da parte degli stessi enti locali e da molte forze politiche, tre preferenze di cui una di genere e l’innalzamento della percentuale di presenza femminile almeno al 40%.  Avremmo gradito che la legge per il rinnovo del Consiglio regionale fosse più coraggiosa - a fronte di oltre 70 anni di Consiglio con 565 Consiglieri uomini e 19 Consigliere donne, contando la presenza dello stesso Consigliere in più Legislature - perché le donne sono più della metà degli abitanti e quelle impegnate in politica le apportano un valore aggiunto. In particolare è stato un errore fermarsi al 35% di presenza in lista e non introdurre la doppia di genere.»

La professoressa Mia Caielli ha più volte sottolineato che si tratta di un problema di cultura politica che l’atto legislativo ha il compito di suffragare perché il diritto ha un preciso ruolo educatore. Le pari opportunità dei sessi nella rappresentanza politica per le cariche elettive sono un preciso obbligo costituzionale, nonché un principio chiaramente affermato nell’articolo 23 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

«Auspichiamo - conclude la Consigliera di ADU-VdA - che la Valle d’Aosta, in forza del suo Statuto di Autonomia, non rimanga indietro, dotandosi di leggi elettorali all’avanguardia sia per i Consigli comunali sia per il Consiglio regionale. La specialità serve infatti ad ampliare i diritti, non a restringerli.»