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ADU VDA - Ambiente Diritti Uguaglianza Valle d'Aosta

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21 marzo 2019

Il destino di palazzo Cogne mette in risalto le contraddizioni e l'incapacità del Governo regionale

La discussione di ieri, mercoledì 20 marzo 2019, in Consiglio regionale sul destino di palazzo Cogne «ha messo in risalto, ancora una volta, contraddizioni e incapacità del Governo regionale attuale (e anche di quello precedente) che non ha brillato né in compattezza né in capacità comunicativa, permettendo così la diffusione di molti sospetti sull'opacità dell'operato dei politici.»

A dichiararlo è la Consigliera di ADU-VdA Daria Pulz che aggiunge: «Da giorni si gioca sul filo del procurato allarme sui problemi rilevati dalle perizie e dai sopralluoghi, confondendo artatamente i problemi di distacco di intonaci ed eventualmente delle pignatte - problemi reali, importanti, ma anche risolvibili con circoscritti interventi - con problemi statici (cioè di rischio di crollo delle strutture del palazzo) che sono stati negati da tutte le perizie, proprio tutte.  Sarebbe come se per un paio di lampadine bruciate e qualche filo scoperto, che può far prendere la scossa a chi lo tocca, si decidesse di cambiare l’intero impianto elettrico e, nell’attesa, si obbligasse tutta la famiglia ad abbandonare la propria casa e a finire in strada.»

«Sui motivi di questo comportamento schizofrenico - prosegue la Consigliera Pulz - avremo occasione di soffermarci più avanti, a seguito anche di nuova perizia che sarebbe stato sufficiente integrare anziché rifare completamente con denaro pubblico. Ciò che ci preme ora è che le “lampadine” e i “fili scoperti”, dopo anni di incuria da parte del proprietario (la Regione), vengano sostituiti velocemente: si metta il salvavita, delocalizzando le attività solo laddove indispensabile per il fondamentale principio della sicurezza e in spazi il più possibile vicini alla città, e poi si decida come e con quale tempistica precisamente ristrutturare quella bellissima casa di tutti, che comunque tale deve restare perché il suo scopo sociale è prioritario e niente affatto marginale.»

«Questa struttura è unica nel suo genere in Valle d'Aosta, presenta un'ottima logistica e costi accessibili a tutti, come dovrebbe essere la cultura in generale - conclude -. Chiudere palazzo Cogne significherebbe perdere un pezzo importante della storia della città di Aosta e aggiungere un altro luogo fantasma, dopo l'ex liceo regina Maria Adelaide di via Torino, in una città che spesso appare priva di reale capacità progettuale in vista del futuro.»