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ADU VDA - Ambiente Diritti Uguaglianza Valle d'Aosta

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19 febbraio 2019

Legge elettorale: i quattro poli di scrutinio bastavano a garantire la segretezza del voto

 

«Quattro poli di scrutinio, doppia preferenza di genere, eleggibilità alla carica di Consigliere regionale estesa ai diciottenni.» Queste le proposte avanzate dal gruppo Ambiente, Diritti, Uguaglianza-Valle d'Aosta e non accolte nel corso del dibattito sulla legge elettorale approvata dal Consiglio Valle nella serata di oggi, martedì 19 febbraio 2019.

«Per noi l'unico scopo della nuova legge elettorale era la messa in sicurezza dei quattro poli di scrutinio con i quali si è votato alle elezioni del 20 maggio 2018 - spiega la Consigliera Daria Pulz -: un sistema importante che ha garantito il diritto alla segretezza del voto. Esso ha rappresentato un decisivo passo avanti in una comunità dai numeri esigui che da molti anni è purtroppo vittima di strategie di controllo del voto legate al sistema politico patologico valdostano, da contrastare definitivamente visto che l''ndrangheta ha trovato anche in Valle d'Aosta un humus fertile. I quattro poli potevano essere alternativi ad altre misure, come la preferenza unica, al punto tale che questa è ridondante e quindi superflua. Lo spoglio centralizzato e la preferenza unica perseguono infatti lo stesso scopo: impedire il controllo del voto. Peraltro, la preferenza unica è controproducente perché limita il diritto di scelta e quindi la rappresentatività del cittadino. Inoltre, presenta l'enorme svantaggio di dare spazio ai soliti noti della politica in modo che vengano riconfermati.»

«Abbiamo proposto un emendamento volto a introdurre la doppia preferenza di genere - aggiunge la Consigliera Pulz -: la politica locale continua a essere un luogo ben lontano dal dare pari peso a uomini e donne. A fronte di 565 Consiglieri nella storia della Valle d'Aosta, fino alla XIV Legislatura vi sono state solo 19 donne. La Legislatura attuale ha migliorato un po' la situazione. Per noi la doppia di genere resta uno degli obiettivi principali da raggiungere. Perché rappresenta il riconoscimento di un principio costituzionale e democratico, quello dell'uguaglianza.»

«L'emendamento sull'elettorato passivo era volto a garantire l'abbassamento dell'età minima per avere la possibilità di candidarsi da 21 anni a 18 anni in modo da aumentare, in un periodo come questo di allontanamento dei giovani dalle istituzioni e dalla politica e in un momento di crisi della rappresentanza, il coinvolgimento dei giovani, anche per limitare quella gerontocrazia che ingessa la politica valdostana stessa.»

«Nessuna delle nostre proposte è stata accolta e ne siamo dispiaciuti - conclude la Consigliera -: non ci riconosciamo in questa nuova legge elettorale che non è nemmeno riuscita a confermare i quattro poli - anzi ne ha istituiti otto - che per noi invece bastavano a garantire la segretezza del voto. Il nostro voto è stato quindi contrario: siamo in piena emergenza democratica e queste modifiche non consentono il cambiamento da noi auspicato. Mi auguro che il confronto che proseguirà ora in Commissione sia più aperto alla cittadinanza e anche agli studiosi di leggi elettorali.»